Callunia /5
L’atto di pettegolare è diverso dall’atto di calunniare, benché siano parenti vicini. Pettegolare significa intrigare. Calunniare significa diffamare: intaccare la buona fama di qualcuno diffondendo maldicenze sul suo conto. Dunque nella calunnia la violenza è maggiore.
L’aggressione fisica è chiaramente identificata come negativa alla convivenza delle persone. C’è un consenso sulla necessità di trattenere e reprimere gli aggressori. La nostra cultura è al punto di identificare nella calunnia anche un’aggressione che può e deve essere trattenuta e repressa. Ma ancora non ci siamo arrivati. Ancora cerchiamo di negare e nascondere questo fenomeno quando ne siamo vittime. Ci vergognamo di essere calunniati, quando la vergogna dovrebbe essere sentita dalle persone che fanno l’accusa falsa. A volte ci sottomettiamo al calunniatore del gruppo in cui conviviamo. Affermazione come : “dove c’è fumo c’è fuoco”, in verità sono armi utilizzate dai calunniatori. La versione corretta é “dove c’è fumo c’è un calunniatore”. A buon intenditore chi è stato esposto non è il calunniato, ma, il calunniatore: si rivela e delucida un interiore di conflitto.
Il calunniatore è una persona che porta con sé una sofferenza interiore. Le persone, a volte, trattano di modo inadatto le loro perturbazioni. Ad esempio: cominciano a fare abuso di bevande alcoliche , oppure, si tuffano in un mondo immaginario e si allontanano dalla vita reale, un altro modo inadatto è la calunnia. Il calunniatore trasferisce il suo squilibrio ad un’altra persona. Gettando una calunnia, il calluniatore si rende conto di disorganizzare l’interiore della persona colpita. E per questo la calunnia deve penetrare nell’interno della vittima ed esplodere come una bomba, dunque, adesso c’è un’altra persona perturbata a soffrire come lui (il calunniatore). Siccome questo artificio è una fantasia, non porta un sollievo duraturo al calunniatore, come un vizio lui ha la necessità di ripetere e ripetere l’atto di calunniare. È una falsa uscita per il suo squilibrio. Sarebbe come se qualcuno prendesse i rifiuti di casa sua e li butasse nell’atrio del vicino. Per alcuni minuti c’è la sensazione di essere pulito, ma i rifiuti ritornano a casa sua, perché è questa la produttrice dei rifiuti.
Ci sono due tipi di calunniatore: il calunniatore che calunnia sistematicamente, e il calunniatore che lo fa nel momento in cui la sua vita non va bene. Ci sono anche delle persone che portano agli altri la calunnia fatta dal calunniatore. Questo è un fenomeno che accompagna l’umanità da sempre. Un drammaturgo romano, Plauto, scrive in una delle sue opere: “Coloro che propagano la calunnia e quelli che la ascoltano; dovrebbero essere impiccati; i primi dalla lingua, gli altri dall’orecchio; secondo la mia opinione”.
Scherzi a parte, dobbiamo imparare a capire questo fenomeno; siamo sottoposti a questo. Scheakespeare ha scritto: “Contuttoché sia puro quanto la neve, non fuggirai dalla calunnia”.
La convalescenza della persona che soffre la calunnia avviene quando lei non si sottomette al fenomeno, parla con i suoi amici, deve svincolarsi dall’aggressione verbale e psicologica di cui è vittima. Potrà anche chiedere aiuto professionale in una psicoterapia breve del tipo interpersonale.
Anche chi si accorge di calunniare, potrà cercare un aiuto professionale per controllare i suoi squilibri.